mercoledì 21 marzo 2018

Conto di deposito: che cos’è e perché investire

Se si hanno dei risparmi a disposizione, ci si domanda spesso quale sia il miglior modo per investirli per poter ottenere un rendimento positivo.


Esistono diversi prodotti finanziari, ma vista l’attuale situazione finanziaria, gli investitori che cercano forme di investimento più sicure e non rischiose optano sempre di più per i conti di deposito.

Ma di cosa si tratta? Riprendiamo la definizione fornita dal sito www.conto-deposito.biz: il conto deposito è un conto che viene aperto presso una banca depositando una cifra per un periodo limitato di tempo, con lo scopo di ottenere alla scadenza del termine stabilito, il rimborso del capitale depositato, maggiorato di un tasso di interesse concordato al momento dell'adesione.

Il conto di deposito può essere concesso solo dalle banche e si differenzia dal conto corrente per le sue funzioni limitate. Di solito è possibile compiere solo operazioni di versamento e prelievo.

Necessita di essere collegato a un conto corrente (detto conto predefinito o di appoggio), che serve per il trasferimento del capitale e l’accreditamento degli interessi.

Esistono due tipologie di conto deposito: vincolato o libero.

Gli istituti bancari per i depositi vincolati possono prevedere delle forme ulteriori di agevolazioni, in questo caso il titolare del conto può sempre prelevare il capitale depositato, ma se dovesse farlo prima della scadenza del vincolo, perderebbe il diritto a percepire gli interessi. Nel caso di deposito libero le agevolazioni sono ridotte ma il titolare può prelevare i risparmi senza rinunciare agli interessi.

L’iter per l’apertura di un Conto Deposito è semplificato dato che gli istituti bancari non corrono alcun rischio in questi tipi di rapporti.

Per quanto riguarda gli interessi non esistono dei valori unici, ma ogni banca propone tassi d’interesse differenti. All’aumentare della durata del vincolo corrisponde solitamente un tasso di interesse maggiore, che in alcuni casi può superare anche l’1% netto.

Le banche comunica la percentuale d’interesse lordo, a cui va applicata la tassazione al 26% (aliquota sul capital gain). Gli istituti bancari hanno la facoltà di modificare unilateralmente i tassi d’interesse o più in generale i termini del contratto, che devono essere comunicati al titolare del conto che ha facoltà di recesso entro 60 giorni.

Sui conti di deposito si paga inoltre l'imposta di bollo, una tassa proporzionale pari allo 0,2% della cifra depositata.

Si tratta di una forma di investimento sicura. Spesso si ha paura che la banca fallisca e non possa quindi corrispondere al titolare il capitale investito e gli interessi maturati. Ma i correntisti sono tutelati dalla Direttiva Comunitaria 2009/14/CE, che obbliga l’adesione di tutti gli istituti bancari che operano nella Comunità Europe a dei fondi di garanzia che assicurano i depositi fino a 100.000 euro per ogni correntista. In Italia è il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi l’istituto al quale le banche italiane sono obbligate ad aderire.

È stato il decreto legislativo 24 marzo 2011 a individuare la soglia massima garantita. Il capitale investito è garantito fino a 100.000 euro anche in caso di fallimento della banca di deposito.